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Geomorfologi italiani a Como: focus su dissesto idrogeologico e cambiamenti climatici

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franaParleranno di dissesto idrogeologico e cambiamenti climatici i Geomorfologi italiani riuniti a Como per l’assemblea annuale dell’Aigeo, Associazione Italiana di Geografia Fisica e Geomorfologia, che dal duemila si occupa di favorire e coordinare le ricerche geografico-fisiche e geomorfologiche, nonché di promuovere iniziative per la formazione dei geografi fisici e dei geomorfologi e di diffondere la cultura specifica del territorio e dell’ambiente.
In questa occasione il Chiostro di Sant’Abbondio ospiterà – il 29 settembre dalle ore 9.00 – la “IV Giornata dei Giovani Geomorfologi”, un’iniziativa che riunisce, con cadenza biennale, tutti i dottorandi, gli assegnisti e i neoricercatori di questo settore, provenienti dalle Università Italiane. L’iniziativa mira a favorire la crescita scientifica e lo scambio di risultati e di metodi tra i giovani geomorfologi. «Ognuno presenta le proprie ricerche – spiega il professor Mauro Guglielmin, docente di geografia fisica e geomorfologia dell’Università dell’Insubria e organizzatore dell’evento – è un’occasione di scambio di risultati, di confronto sulle metodologie, tradizionali e nuove, come quelle satellitari. Saranno presentati studi riguardanti particolari fenomeni di erosione e di dissesto idrogeologico italiani e stranieri, ma anche ricerche sul permafrost e su ghiacciai in particolare di alcuni siti dell’Arco Alpino».

I due giorni di lavoro si concluderanno con una escursione scientifica in un’area particolarmente esemplificativa dal punto di vista geomorfologico: gli studiosi venerdì 30 settembre, si recheranno in Valtellina per visitare la Valle del Foscagno, nel comune di Valdidentro (SO) e la frana della Val Pola che nel 1987 fece ben 27 morti. «Il filo conduttore dell'escursione sarà il permafrost e la sua degradazione a causa dei cambiamenti climatici. Saranno infatti visitati appunto il sito italiano più studiato del Permafrost (la Valle del Foscagno) e tre grandi frane (>10 milioni di m3) che a causa del Cambiamento Climatico appunto, si sono innescate nel corso degli ultimi 10.000 anni (Sondalo; Valdidentro; Val Pola) cambiando completamente il paesaggio di questo territorio» - conclude il professor Guglielmin.

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