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Università di Parma e AIRC insieme per presentare nuovi importanti progetti di ricerca

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airc-logoVenerdì 25 marzo, alle ore 11, presso le Aule della Presidenza della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Ateneo, si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione di un finanziamento di 210.000 euro da parte dell’AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro a un progetto rivolto a studi pre-clinici per una terapia innovativa delle emopatie maligne di cui è coordinatore il Prof. Antonio Bonati, responsabile della Sezione di Emato-Oncologia del Dipartimento di Scienze Cliniche dell'Università di Parma.
Alla conferenza stampa sono intervenuti il Pro Rettore dell'Ateneo Prof. Sandro Cavirani (in rappresentanza del Rettore Gino Ferretti), il Prof. Maurizio Vanelli della Sezione di Auxologia e Metabolico-Nutrizionale - Dipartimento dell'Età Evolutiva dell'Ateneo, il Dott. Antonio Balestrino, Direttore medico di presidio (in rappresentanza del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma), il Prof. Antonio Bonati e la Dott.ssa Benedetta Borrini, Associazione AIRC- Sezione di Parma.

La ricerca applicata allo studio di nuove terapie per le leucemie coordinata dal Prof. Bonati, professore associato di malattie del sangue dell’Università di Parma e membro della Unità Operativa di Ematologia-Centro per il Trapianto di Midollo Osseo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma riceve finanziamenti dalla Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) dal 1993, anno in cui Bonati rientrò in Italia dopo un periodo di studio negli Stati Uniti.

Negli ultimi anni le ricerche sono state focalizzate verso la individuazione di nuovi farmaci che siano in grado di superare la resistenza delle cellule leucemiche alle terapie più tradizionali; è frequente infatti che i tumori, dopo una prima risposta ai farmaci, producano dei meccanismi per difendere la loro sopravvivenza, inattivando l’efficacia dei farmaci. Fra questi meccanismi, di grande rilievo è la attivazione squilibrata di molecole intracellulari facilitanti la sopravvivenza rispetto a quelle che inducono la morte cellulare. Nella maggior parte dei casi le molecole attivate sono plurime, per cui il successo terapeutico può essere più facilmente garantito ricorrendo a combinazioni farmacologiche più che all’uso di un solo farmaco. E’ ciò che è stato posto in atto, fra gli altri risultati, combinando un antico farmaco, l’arsenico, con una nuova molecola capace di bloccare selettivamente delle proteine che attivano la proliferazione cellulare, ottenendo così il superamento della farmaco-resistenza in diversi sotto-tipi di leucemia acuta mieloide e in mieloma multiplo. Questi risultati sono stati pubblicati in riviste internazionali di grande impatto e sono stati validati in vivo a livello pre-clinico, ponendo le premesse per la possibilità di studi clinici di prima fase nell’uomo.

Il nuovo progetto, concepito insieme al Dott. Paolo Lunghi, del Dipartimento di Scienze Cliniche, dal titolo “Il trattamento delle emopatie maligne refrattarie alla terapia/farmaco-resistenti: studi funzionali e molecolari”, della durata di tre anni a partire dal 31 dicembre 2010 e che avrà appunto il supporto di 210.000 euro da parte di AIRC, è quindi fondato su solide basi, e si spera possa condurre ad ulteriori risultati applicabili nella clinica ematologica.

In tale progetto verranno intensificati gli studi preclinici su malattie quali la leucemia acuta, il mieloma multiplo e la leucemia mieloide cronica; verrà testata in queste malattie una nuova combinazione rappresentata da un inibitore di una proteina attiva nella divisione cellulare detta “Aurora” con uno stimolatore di una proteina situata sulla membrana cellulare capace di indurre la morte cellulare; una fase importante del progetto sarà inoltre caratterizzata dalla analisi proteomica, cioè del complesso delle proteine cellulari, paragonando il comportamento delle cellule neoplastiche farmaco-resistenti con quelle farmaco-sensibili, con il fine di individuare specifiche molecole-chiave per il processo di resistenza.

E’ doveroso anche in questa occasione sottolineare il sostegno dato a questi studi dalla Fondazione Cariparma, che ha fornito il Laboratorio di ricerca molecolare del Dipartimento di Scienze Cliniche dell’Ateneo di una strumentazione all’avanguardia per le determinazioni di proteomica. Le analisi anatomiche degli organi interessati dalla malattia sono effettuate nella nostra Università.

Principale pietra miliare del progetto nel caso di suo successo, in particolare degli esperimenti in vivo, sarà la possibilità del passaggio da studi pre-clinici a trials clinici di Fase I, utilizzando nuovi farmaci in combinazione.

E’ di grandissima importanza che la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria abbia recentemente manifestato la volontà di creare un centro per la sperimentazione del farmaco al fine di permettere di testare nuovi farmaci in clinica subito dopo il successo della fase pre-clinica, come da conferenza stampa del 14 Febbraio scorso. Questo permetterà la pronta verifica clinica di nuovi potenziali farmaci individuati da studi come quello ora esposto e rappresenterà una sostanziale innovazione per l’Ospedale.

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