
Scienza e Tecnologia
Conservare il valore nutritivo del polline d’api, ora c’è un progetto

Dal Selenio una nuova arma contro il virus dell’HIV, ricerca perugina pubblicata su rivista americana
Nuovi strumenti per combattere il virus dell’HIV arrivano dal Selenio. A dirlo è un lavoro pubblicato sulla rivista americana J Med Chem dai professori Oriana Tabarrini e Claudio Santi del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università degli Studi di Perugia in collaborazione con Christophe Pannecouque del Rega Institute di Lauven in Belgio, leader mondiale per gli studi biochimici sul virus. Le nuove molecole sono state progettate e sintetizzate dal dottor Luca Sancineto presso il gruppo di Catalisi e Chimica Organica Verde del prof. Santi grazie a una borsa di studio erogata dal Consorzio Interuniversitario Nazionale di ricerca in Metodologie e Processi Innovativi di Sintesi.
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Univ. di Milano - Batteri come piccoli “cavalli di troia” negli insetti dannosi all’ agricoltura?

Da cellule di maiale una potenziale terapia per la distrofia muscolare
Un innovativo approccio terapeutico sperimentale alla distrofia muscolare di Duchenne, che apre nuovi orizzonti nel trattamento di tale patologia ad esito letale, è stato messo a punto da due gruppi di ricerca dell’Università degli Studi di Perugia:il primo coordinato dai professori Guglielmo Sorci e Rosario Donato (Dipartimento di Medicina Sperimentale), il secondo dai professori Riccardo Calafiore (Dipartimento di Medicina) e Giovanni Luca (Dipartimento di Medicina Sperimentale). Lo studio è pubblicato nell’importante rivista scientifica internazionale ‘Biomaterial’.
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Unife va alla scoperta dell’Antartide

Biologia, scoperto un nuovo meccanismo di regolazione del muscolo scheletrico
La contrazione del muscolo striato, scheletrico e cardiaco, si deve allo scorrimento di due tipi di filamenti proteici sovrapposti, il filamento di miosina che porta i motori molecolari e quello di actina che funziona da binario per i motori. La presenza di un duplice sistema di regolazione della contrazione muscolare è stata dimostrata da un gruppo di scienziati dell’Università di Firenze e del King’s College di Londra, in collaborazione con il sincrotrone ESRF (European Synchrotron Radiation Facility) di Grenoble, in un lavoro oggetto di pubblicazione nella rivista Nature (DOI 10.1038/nature15727).
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Vini naturali senza solfiti e additivi chimici grazie ad un brevetto dell’Università di Pisa

Big Data, dall’Università di Firenze nuove soluzioni tecnologiche e un master
Una App sui servizi geolocalizzati a Firenze e in Toscana e una piattaforma per il monitoraggio qualitativo su Twitter sono alcune delle applicazioni e delle soluzioni tecnologiche realizzate attraverso il ricorso ai Big Data dal laboratorio Disit (Distributed Systems and Internet Technology Lab) dell’Università di Firenze. I risultati delle attività di ricerca ottenuti all’interno del Dipartimento di Ingegneria di informazione saranno illustrati nel corso di un incontro venerdì 13 novembre presso la Scuola di Ingegneria (ore 9, Piazza Santa Marta, 3 – Aula Caminetto e Salone) dal titolo “Smart City&Big Data”.
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Atomi in quattro dimensioni spaziali
Lo spazio fisico si apre a una quarta dimensione. Succede nel Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non Lineare (LENS) dell’Università di Firenze dove i ricercatori guidati da Massimo Inguscio e Leonardo Fallani, indagando l’infinitamente piccolo e l’infinitamente freddo, hanno osservato per la prima volta gli effetti di una dimensione spaziale “extra” indotta artificialmente su un campione atomico quantistico. Il risultato è stato pubblicato sull’ultimo numero della rivista Science (“Observation of chiral edge states with neutral fermions in synthetic Hall ribbons”, DOI: 10.1126/science.aaa8736).
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In una mummia precolombiana ritrovati geni resistenti ai moderni antibiotici
Dall’equipe di paleopatologi dell’Università di Pisa arriva un’importante scoperta direttamente dall’epoca precolombiana. Una mummia peruviana portata in Italia a fine Ottocento da alcuni medici e naturalisti italiani, conservata oggi al Museo di Antropologia ed Etnologia dell’Università di Firenze, è stata oggetto di un importante studio molecolare condotto dal professor Gino Fornaciari, in collaborazione con l’Università della California:
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Operare con il robot è sicuro?
La chirurgia robotica negli ultimi anni si è elevata come una delle massime espressioni della tecnologia applicata alla chirurgia. Oggi è un fenomeno pervasivo, sostenuto da numeri che non sembrano conoscere battute d’arresto: oltre 3 mila sistemi installati finora e 570 mila interventi eseguiti in tutto il mondo nel 2014. Eppure la sicurezza sull’uso del celebre robot da Vinci è stata messa in seria discussione nel 2013 quando negli Stati Uniti sono stati resi noti più di 3 mila casi di danni ai pazienti, accusando l’azienda produttrice del robot di un addestramento dei chirurghi non adeguato.
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